Remigio Barbaro, una vita da artista
Passeggiava per l’isola di Burano avvolto in una giacca marrone che a lui stava un po’ abbondante, in testa portava un piccolo copricapo nero e sul viso aveva stampato un sorriso contagioso. Era un uomo di taglia minuta che possedeva dentro il grande dono dell’arte.
Remigio Barbaro, noto come lo “scultore eremita” o “il professor”, è nato a Burano il 21 marzo 1911 ed è stato una figura emblematica della Burano del secolo scorso. Ha studiato e ottenuto il diploma all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, poi sede della sua carriera di docente. La maggior parte delle sue opere sono ispirate al connubio tra arte, natura e spiritualità e si possono trovare in alcune gallerie di collezionisti privati italiani ed esteri. Molte, tuttavia, sono presenti nel territorio lagunare come ad esempio nella chiesa di Santa Fosca e nella Basilica di Torcello, nel convento di San Francesco del Deserto, nella Chiesa di San Martino Vescovo di Burano e all’entrata del Cimitero di Mazzorbo. Le opere più famose con cui Remigio è presente a Burano sono certamente il monumento a Baldassarre Galuppi situato nell’omonima piazza e l’opera Attesa di Pace (presentata alla Biennale del ’56 sotto il nome di Adultera) installata in prossimità dell’imbarcadero di Burano.
Pur avendo un carattere schivo, è stato un nome di spicco nel mondo artistico veneziano del XX secolo. Ha fatto dell’isolamento una leggenda, del suo carattere mite un vanto. Doti, queste, che hanno forgiato la tempra dello scultore. L’artista ha vissuto interamente la sua vita a Burano e gli ultimi anni li ha passati in compagnia del suo canarino nella sua casa-studio affacciata alla laguna. La casa è tuttora cosparsa di sculture da lui realizzate e gelosamente custodite nel corso della vita. Un vero e proprio museo con opere in terracotta, bronzo ed argilla e disegni, studi e bozzetti preparatori. Prima di morire (19 gennaio 2005) il desiderio di Remigio era quello di trasformare la sua dimora in un museo permanente della sua arte. Desiderio, purtroppo, non ancora esaudito.